Riunione Cruciale in prefettura – Si è svolta ieri mattina una riunione significativa presso la Prefettura di Avellino per discutere della crisi dello stabilimento ArcelorMittal di San Mango sul Calore (Av) e dell’annunciata chiusura prevista per il mese di luglio. Hanno partecipato all’incontro il prefetto Rossana Riflesso, sindaci, rappresentanti sindacali, lavoratori e consiglieri regionali. I presenti hanno chiesto di bloccare i licenziamenti imminenti, esprimendo preoccupazione per il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie. Gli operai hanno atteso con ansia l’esito della riunione, sperando in notizie rassicuranti.

Un incontro di vitale importanza, dedicato alla crisi dello stabilimento ArcelorMittal e all’annuciata chiusura inaspettata prevista per luglio. Ma cosa significa realmente questa situazione per i lavoratori e le loro famiglie, già provati da un contesto economico incerto?
Quali sono le implicazioni della chiusura?
La partecipazione del prefetto Rossana Riflesso, dei sindaci, dei rappresentanti sindacali, dei lavoratori e dei consiglieri regionali ha messo in luce una realtà allarmante: la precarietà del posto di lavoro. La chiusura dello stabilimento metterebbe a rischio non solo i posti di lavoro, ma anche l’intera economia locale, già fragile. I lavoratori temono per il loro futuro e quello delle famiglie, domandandosi se ci sarà un piano di salvataggio e quale sostegno riceveranno dalle istituzioni.
I rappresentanti presenti cosa hanno richiesto?
Hanno chiesto con forza di bloccare i licenziamenti imminenti, un grido d’allerta che esprime la volontà di proteggere non solo i lavoratori, ma anche la stabilità delle comunità circostanti. Le affermazioni dei rappresentanti cariche di emotività e urgenza, mettono in risalto quanto sia fondamentale il ruolo delle istituzioni in momenti di crisi.

Cosa si aspettano gli operai dall’esito della riunione?
Gli operai, presenti fuori dall’edificio in attesa, hanno vissuto momenti di apprensione, sperando in notizie rassicuranti che potessero allentare la tensione e l’ansia per il futuro.

Ma le promesse istituzionali sono sufficienti a rassicurarli?
O serviranno azioni concrete e un chiaro piano di emergenza per salvaguardare i posti di lavoro?
La crisi dello stabilimento ArcelorMittal è un campanello d’allarme non solo per i lavoratori coinvolti, ma per l’intero sistema economico. È tempo di agire con decisione e responsabilità per garantire una prospettiva di futuro che possa restituire dignità e sicurezza a chi lavora e alla comunità intera. È imprescindibile una risposta concreta e tempestiva, un impegno che vada oltre le parole, per evitare che la speranza si trasformi in rassegnazione.
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